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mercoledì 10 febbraio 2010

RIFORMA GELMINI


Linee ispiratrici:

1. è il primo provvedimento organico di riforma dell’intero sistema universitario;
2. si afferma il principio che l’autonomia delle università deve essere coniugata con una forte responsabilità (finanziaria, scientifica, didattica); le università sono autonome ma risponderanno delle loro azioni, e, se gestite male, riceveranno meno finanziamenti: soldi solo in base alla qualità;
3. si riforma il reclutamento del personale e si riforma la governance delle università secondo criteri meritocratici e di trasparenza.

Provvedimenti più significativi del ddl:

adozione di un codice etico;
limite massimo complessivo di 8 anni al mandato dei rettori, con effetto retroattivo;
distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e CdA: il primo organo accademico, il secondo organo di alta amministrazione e programmazione;
CdA non elettivo con 40 % di membri esterni;
gli studenti valuteranno i professori;
nucleo di valutazione d’ateneo a maggioranza esterna;
possibilità per gli atenei di fondersi tra loro;
riorganizzazione interna degli atenei (max 12 facoltà per ateneo);
docenti con l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione;
scatti stipendiali solo ai professori migliori;
delega al governo per riformare il diritto allo studio con l’obiettivo di spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità;
possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto;

E’ lo stesso Prof. Enrico Decleva, presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane) ad affermare che: “La proposta di legge del Ministro Gelmini, per l’ampiezza del suo impianto e la valenza riformatrice degli interventi previsti, rappresenta un’occasione fondamentale e per molti versi irripetibile per chi ha davvero a cuore il recupero ed il rilancio dell’università italiana”.

E Confindustria dice: “La riforma dell’Università risponde all’esigenza di porre l’Università italiana in condizione di competere ad armi pari con i migliori Atenei del mondo”.

Insomma non fanno che arrivare elogi da più parti, questo non vorrà dire qualcosa?!

In fondo l’unica cosa che dovremmo davvero volere tutti è una Università migliore, che ci prepari adeguatamente al mondo del lavoro, permettendoci di arrivare alle nostre massime potenzialità; con la maggiore trasparenza e serietà possibile!!

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